Secondo autorevoli interpretazioni[2], nella parte bassa dell'Albero della Vita vi è una rappresentazione del monoteismo e del politeismo. Essa non sembra trovare corrispettivi, per complessità e livello di elaborazione, con altri mosaici coevi, perlomeno giunti fino a noi. Fra queste ultime un Atlante che sembra reggere un Sole policromo e un uomo indicato come Samuele. Fra queste, si trovano anche immagini di particolare interesse: una scacchiera; Alessandro Magno che ascende al cielo sopra due grifoni; due cavalieri nudi che suonano l'olifante. Le nostre chiese più o meno antiche traboccano di immagini e di storie relative alla Bibbia e alle vite di santi. Al di sotto del presbiterio, oltre un'area danneggiata attualmente priva della decorazione musiva, il mosaico riprende dunque con l'episodio di Adamo ed Eva, prima nascosti da Dio (nella parte sinistra della navata) e poi, a destra, cacciati, da parte di un cherubino, fuori dal Paradiso Terrestre, la cui porta è custodita da un uomo con un bastone. Amen Third Muri Italia Figli Museo. Si tratta di un’opera davvero grandiosa e straordinaria, soprattutto se si considerano i tempi nei quali è stata realizzata. Non ultimo, Otranto offre al turista anche la bellezza ineguagliabile di uno dei mosaici pavimentali più belli d’Italia: il mosaico della Cattedrale di Santa Maria Annunziata. Il mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto, tra le opere d’arte più celebri del Salento, è stato realizzato tra il 1163 ed il 1165 dal monaco Pantaleone facente parte dell’Abbazia di San Nicola di Casole a Otranto. Se siete stati a Cordoba ed avete avuto modo di visitare la sua stupenda Moschea, sicuramente avrete una sorta di deja vu, ma molto più in piccolo. Di pianta basilicale, la cattedrale di Otranto presenta la consueta divisione in tre navate per mezzo di quattordici colonne in granito levigato sui cui capitelli, di ordini diversi, da quello ionico a quello corinzio, si impostano gli archi semifalcati, sopra i quali corre la serie di finestre che illumina la chiesa, il claristorio (fig.3). Procedendo verso il basso, vi sono dodici medaglioni che raffigurano il ciclo dei mesi, il loro nome, i segni zodiacali corrispondenti e le varie attività che l'uomo svolge sulla terra, una volta cacciato dall'Eden, come, ad esempio, la raccolta del grano, la produzione del vino, l'aratura dei terreni, il pascolo, la caccia al cinghiale, l'allevamento dei maiali, ma anche scene di ozio, come un uomo nudo che si pulisce i piedi, oppure una donna molto elegante seduta su uno sgabello. Questa opera, originale e conservata nella quasi totalità delle sue parti, offre uno spaccato della cultura del Medioevo e ci presenta un percorso in un labirinto teologico di cui, a volte, sfugge la vera interpretazione iconologica. Dopo anni di studi sulle complesse simbologie medievali del mosaico di Otranto (1163-1165) una domanda sorge spontanea: quale era il fine ultimo che i veri committenti del mosaico si erano prefissati, e chi erano quei misteriosi committenti? La firma dell’autore è incisa nella parte inferiore dell’“opera” vicino all’ingresso principale della Cattedrale, più precisamente non all’interno della Chiesa ma all’esterno, subito dopo la soglia della porta. Lo stile narrativo usato da Pantaleone, che ha trasposto in immagine narrativa molti episodi del Vecchio Testamento, mostra riferimenti sia all’arte Romanica quanto a quella Bizantina. Questo "episodio", centrale per la narrazione del mosaico, è preceduto in alto, nell'area del presbiterio, da diverse figure, racchiuse in sedici medaglioni, che rimandano ad animali o figure umane mitiche (con un significato allegorico non sempre chiaro all'osservatore contemporaneo): un Toro, un Behemot, un Leviatano che inghiotte una lepre e viene a sua volta assalito da un leone che ne addenta la coda sbilanciandosi sulle zampe posteriori, un Dromedario rampante, un Elefante con stella a cinque punte, una Lonza con volpe insanguinata, un'Antilope, un Centauro, un Cervo ferito, un Unicorno (quest'ultimo, si ritiene, affiancato dalla raffigurazione di Pantaleone), la Regina di Saba, il Re Salomone, una sirena che stringe le sue due code, un Leopardo e un Ariete. In essi, si ritrovano stilemi e figure utilizzate da Pantaleone[4]. ); la descrizione dei mesi dell'anno; la rappresentazione delle scene dell'Inferno. Otranto, Cattedrale: il mese di Gennaio nel mosaico pavimentale . Nella navata destra della Cattedrale si sviluppa un'ulteriore parte del mosaico, in cui, fra i rami di un altro Albero, si osservano figure zoomorfe, mitiche ed umane. È infatti in essa che si ritrova molta della iconografia del mosaico: le figure immaginifiche del Bestiario medievale (grifoni; draghi; sirene; ecc. Fatto sta che la cripta, risalente all’XI secolo, è davvero un luogo unico e magico, dove potrete respirare tracce di storia e spiritualità mai sopita. Museo "Duca Ghezzi" - Ecomuseo della natura, della Cultura, della Storia, dell'Arte e delle Tradizioni. La cattedrale sorge sui resti di un villaggio mesapico, di una domus romana e di una chiesa paleocristiana, come rilevato in scavi relativamente recenti. Il mosaico di Pantaleone è un'opera grandiosa, animata da un senso di horror vacui per l'estro compositivo che la attraversa, ed è stata paragonata ad un'enciclopedia di immagini del tempo e della cultura del Medioevo[3]. Il Mosaico di Otranto: informazioni generali. Si rappresenta poi Sansone che lotta contro un leone, un gigantesco drago alato che stritola fra le sue spire un cervo, due scimmie che mangiano frutta, un essere umano con testa d'asino, altre tre figure umane. M. Castiñeiras González, L’Oriente immaginato nel mosaico di Otranto, in Medioevo mediterraneo, I convegni di Parma, 7, Milano, 2007, pp. Del resto, un esempio di questa nuova cultura plastica è visibile proprio nei capitelli presenti nella sottostante Cripta della Cattedrale[10]. Otranto si colloca lungo la costa adriatica del Salento e rappresenta la città più orientale d’Italia, ergendosi sulla sponda del canale da cui prende il nome: il Canale d’Otranto. Mosaico di Otranto: Albero della vita cabalistico con riferimenti nascosti alle 10 sefirot. Non si dimentichi che furono proprio i Bizantini ad essere veri e propri maestri in fatto di creazione di mosaici, dei quali trovate mirabili esempi a Venezia nella Basilica di San Marco ma anche a Ravenna ed Aquileia. È come se Pantaleone avesse usato il mosaico per inserire fra i rami dell'Albero della vita le immagini della cultura del tempo, prendendole a prestito, come detto, dalla scultura romanica ma anche dall'arte decorativa orientale (bizantina e araba). La storia dell’uomo pugliese ha inizio nel Paleolitico, Natale in Puglia, le tradizioni più belle, San Nicola, il Santo delle Zitelle pugliesi, Spesa online di prodotti pugliesi (e non solo), Olio extravergine di oliva, luoghi comuni da sfatare. Nella cattedrale di Otranto “Santa Maria Annunziata” sono conservate le reliquie dei Martiri. Ritornando poi al presbiterio, al punto in cui Adamo ed Eva assumono il frutto del peccato, si discende l'Albero della vita così seguendo la narrazione voluta da Pantaleone. Pur coi riferimenti storici appena descritti, il mosaico di Otranto presenta ancora moltissimi aspetti che ancora non trovano spiegazioni condivise fra i suoi studiosi. Fra essi, basti ricordare la scelta di Pantaleone di utilizzare l'Albero della vita per ripartire gli spazi "narrativi" dell'opera musiva, scelta che non trova riscontro in alcun altro mosaico dell'epoca. Andando a destra, si sviluppa poi la vicenda di Caino e Abele. Ancora al di sopra, vi è un vero e proprio bestiario in pieno stile medioevale: 16 medaglioni raffiguranti figure mitiche ed animali dal significato allegorico. In seguito, il 25 gennaio 1897, si ritrova agli atti una lettera dell'Arcivescovo di Otranto indirizzata al Direttore dell'Ufficio Regionale per sollecitare la venuta degli operai designati al restauro del Naturalmente non potete esimervi dal visitare anche la Cripta. di Valentina Tamburrano. Il mosaico di Otranto vuole rappresentare una summa di tutto il sapere medioevale in ambito teologico ma anche storico e culturale. Tale assenza ha trovato forse spiegazione nel divieto[12] di far calpestare tali figure da parte dei fedeli, aspetto che effettivamente si riconosce in altri mosaici pavimentali dell'epoca. Il mosaico di Otranto si trova, come detto, all’interno della Cattedrale di Santa Maria Annunziata. La triplice via del fuoco di Francesco Corona 4 di 11 seminate in differenti punti del mosaico e rappresentate da simboli esclusiva-mente ermetici come: - il giglio aperto a 6 foglie distinto dal Edito da Amazon. Il Mosaico per bagno Otranto rappresenta una soluzione sempre attuale, classica e al contempo innovativa grazie alle molteplici varianti di materiali utilizzati per questo tipo di decorazione, sia per quanto riguarda il materiale che per i colori. Il mosaico di Otranto, oltre a essere un capolavoro di questa particolare tecnica, ci dà la possibilità ci comprendere alcuni aspetti di quel lontanissimo periodo storico che è il XII secolo. Il mosaico pavimentale della Cattedrale di Santa Maria Annunziata di Otranto è una delle opere senza dubbio più affascinanti che l’Italia conserva, e di cui, nonostante le numerose interpretazioni, ben poco si è scoperto circa il reale significato simbolico celato tra le splendide raffigurazioni che lo popolano. TECNICA Mosaico con tessere … Un'altra spiegazione potrebbe essere il tentativo, da parte di Pantaleone, di rappresentare allegorie che fossero comprensibili e accettate da più comunità religiose, peraltro ben presenti nella città di Otranto di allora, quali quelle cristiane latine, quelle cristiane ortodosse nonché quelle di religione ebraica. Aspetto sorprendente è che le due figure bibliche di Adamo ed Eva, mentre escono dal Paradiso Terrestre sono seguite da uno dei protagonisti del ciclo bretone e cioè Re Artù, a cavallo di un caprone e fronteggiate da un animale che appare un grosso felino. Visualizza altre idee su xii secolo, mosaico, parma. Nella navata sinistra, ancora un Albero, questa volta del Giudizio Universale, divide l'area in due parti: quella a sinistra relativa al Paradiso e dunque alla Redenzione, e quella a destra dedicata all'Inferno e dunque alla Dannazione. Pinxit et celavit; Johannes de Eyck fuit hic; Victor Carpatius fingebat, così anticamente. La cattedrale di Otranto: l’interno. di Giovanni Bellisario L’arte romanica in Puglia, ed in particolare nel Salento, fu influenzata da presenze diverse, che si sovrapposero nel corso del tempo: Longobardi, Bizantini, Normanni. A sinistra vi si possono ammirare inferno e paradiso, e poi scendendo Noè e l’arca, la torre di Babele, Caino e Abele, ed altre raffigurazioni che non attingono a contenuti biblici, quali Re Artù ed i protagonisti del ciclo bretone ed Alessandro Magno, raffigurato nel celebre episodio della sua Ascensione, particolarmente noto in epoca medioevale grazie all’Alessandreide, celebre opera di Gautier De Chatillon. Ora è divenuto un atto presuntuoso, uno sfregio, una ferita nel corpo immacolato dell’opera. Compaiono poi altre figure fantastiche: un animale con quattro corpi e una testa umana, un drago, la dea Diana che uccide un cervo con la freccia, un centauro, una scena di combattimento fra due uomini dotati di mazze e scudi, con accanto un cavallo, altre figure zoomorfe e antropomorfe di diverse dimensioni. arte, cultura, itinerari, mosaico di otranto, otranto, storia, vacanze in puglia. Infine, prima di congedarvi da questa Cattedrale così ricca di storie da esibire e da narrare, soffermatevi davanti alle teche contenente i Teschi degli ottocento Martiri d’Otranto che, il 14 agosto 1480, difesero la città dall’assalto dei Turchi rifiutando categoricamente la conversione e pagando il loro gesto con la decapitazione. GNFQTN34R24C865Y - Tutti i diritti sono riservati. Scopriamo assieme perché è così speciale ed interessante. Una perla d’arte e di storia adagiata placidamente su un mare cristallino, capace di offrire al suo visitatore relax, storia, intrattenimento e tanta buona gastronomia. Il mosaico di Otranto, meraviglia della cattedrale, è uno dei capolavori del Medioevo Europeo, rimasto intatto per la meraviglia dei visitatori di oggi. Dal punto di vista invece della simbologia, i rimandi sono ovviamente molteplici: dall'Albero della Vita posto nell'Eden, a quello rappresentato nella Cabala, come anche all'"Albero dell'estremo confine", Sidrat al-Muntahā o del settimo cielo, secondo la religione islamica. Il politeismo ellenistico e vichingo è racchiuso nel pannello con Alessandro Magno. A questa domanda si può rispondere procedendo da un lato al riconoscimento dei significati nascosti dietro alcune simbologie, […] Nel presbiterio è raffigurata la “Cosmogenesi”, tramite una serie di sedici cerchi Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 29 nov 2020 alle 16:59. Il templare di Otranto, il Mosaico, è un romanzo scritto da Diana Nicolazzo e Pierluigi Del Giudice. Aspetto, questo, degno di nota, in quanto si sarebbe potuto supporre che la "cronologia" della narrazione partisse dalle radici dell'albero per svilupparsi verso l'alto lungo il suo tronco. Nella prima si osservano un cervo; i tre Patriarchi Abramo, Isacco, Giacobbe, che, secondo l'iconografia bizantina, accolgono gli uomini eletti al Paradiso; sotto, uomini, piante e animali forse nel giardino dell'Eden. 2 gennaio 2018. Alle radici dell'albero sono poi raffigurati due grandi elefanti. Nell'abside sono presenti gli "episodi" del Libro di Giona, ma anche una scena di caccia al cinghiale. La figura quadricorporea monocefala è simbolo del monoteismo cattolico; lo scacchiere dell'essere è segno del monoteismo islamico e l'animale androcefalo (a testa umana) è simbolo del monoteismo egiziano. Se vi trovate in vacanza in Puglia ed in particolare in Salento, non potete esimervi dal fare una passeggiata nella bellissima cittadina di Otranto. In nessuno di questi però, si riscontra il livello di raffinatezza, complessità e conservazione come quello in Otranto. Esso fu costruito dal monaco Pantaleone, e fu pensato per ricoprire il Nel Basso Salento l’influenza bizantina, specie nell’arte pittorica e musiva fu prevalente. Il mosaico di Otranto. Si osserva poi la rappresentazione del Diluvio Universale e delle gesta di Noè e, sotto, sulla parte destra della navata, della costruzione della Torre di Babele. Opera immensa del monaco basiliano Pantaleone è situato nella Cattedrale normanna che si erge sul luogo più alto di Otranto. La cattedrale di Otranto, dedicata a Santa Maria Assunta, è un capolavoro di arte romanica.. Scopri di più su: Chiesa della Santa Maria Annunziata, la cattedrale di Otranto Oltre alla sua imponente struttura, al suo interno si conserva un affascinante mistero in grado di appassionare curiosi e turisti: quello che si cela dietro il suo mosaico.. Sorge nel punto più alto del centro storico come sintesi armoniosa dello stile paleocristiano, bizantino, romanico. Testimonianze precedenti di scacchiere rappresentate in pavimenti musivi sono nella, Alcune immagini riprodotte nel mosaico non sono altro che la trasposizione - a due dimensioni - di figure scolpite sui capitelli o in rilievo sugli stipiti dei portali: si consideri l'esempio dell'animale leonino rappresentato, sul mosaico, con una sola testa e con quattro corpi, mentre sulle superfici di capitelli coevi, si ritrovano figure animali con i corpi riprodotti in modo simile su due lati del, Il Mosaico di Otranto, Biblioteca Medioevale in immagini, Il pavimento musivo della Cattedrale di Otranto, Cattedrale di Santa Maria Assunta di Giovinazzo, Cattedrale di Santa Maria Maggiore di Barletta, http://www.mondimedievali.net/Artemedievale/indice.htm#pav, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Mosaico_di_Otranto&oldid=116978780, Voci non biografiche con codici di controllo di autorità, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Ha tre navate con absidi semicircolari e due c… Al vertice dell'albero vi è l'immagine del Peccato originale e cioè la cacciata di Adamo ed Eva dal giardino dell'Eden, con il serpente del peccato che insidia Eva. Altre composizioni musive, di epoca vicina a quella della Cattedrale di Otranto, si trovano in altre chiese romaniche in Puglia: o anche in altre regioni, come nell'Abbazia di Santa Maria del Patire in Calabria. Il Mosaico della Cattedrale di Santa Maria Annunziata di Otranto ricopre il pavimento delle tre navate ed è opera del monaco Pantaleone, eseguito su commissione del Vescovo di Otranto, fra il 1163 e il 1165. Se il Salento dovesse presentare al mondo la sua opera più grandiosa, complessa e misteriosa, probabilmente la scelta cadrebbe sul mosaico di Otranto. E’ collocato sull’intera superficie pavimentale della cattedrale, occupandone pertanto tutte le navate. 590-603. Concludono la raffigurazione i due cavalieri con l'olifante, simboleggianti il paladino Orlando che diede la propria vita a Roncisvalle. Invece accade il contrario: il racconto si dipana verso il basso discendendo il tronco, con i rami e foglie che si sviluppano intorno ad ogni figura, come se l'albero, crescendo, avesse portato verso l'alto gli eventi accaduti al momento della sua prima nascita e sviluppo. Un gesto commovente, umanissimo. I riferimenti alla scultura romanica permettono anche di "ritrovare" in altre decorazioni di cattedrali coeve la figura di Re Artù[7], come pure l'Ascensione di Alessandro Magno che è un episodio del Romanzo di Alessandro, testo ellenistico assai diffuso in varie versioni nel Medioevo e reso ancora vivo dalla coeva composizione da parte di Gualtiero di Châtillon dell'Alexandreis[8], come ancora la stessa scacchiera[9] sulla parte inferiore sinistra del mosaico. Il corpo centrale dell’opera raffigura l’albero della vita, sovrastato dall’immagine del peccato originale, ovvero del momento in cui Adamo ed Eva furono cacciati dal giardino dell’Eden. Il mosaico pavimentale di Otranto è uno dei più grandi al mondo, il cui vero significato delle rappresentazioni è ancora tutt'oggi in fase di studio da parte degli esperti. - © 2012 - C.F. Tipica tecnica dell’età medievale, il mosaico ha da sempre rappresentato un’opera affascinante, simbolo di minuzia, precisione, estreme difficoltà e sicuramente tanta, tanta pazienza.Ad Otranto, presso la Cattedrale di Santa Maria Annunziata, è possibile ammirare uno dei mosaici più spettacolari e significativi del panorama artistico pugliese ed italiano. È composto da 378 pagg. Facciata della cattedrale di Santa Maria Annunziata. Il fine era probabilmente sempre lo stesso: utilizzare le immagini come strumenti pedagogici, come allegorie della lotta multiforme fra bene e male, comprensibili ai molti (e non solo a ristrette élite), che essi fossero fedeli del luogo, oppure viandanti, pellegrini o crociati i quali usavano Otranto come tappa importante per il viaggio in Terra Santa[11]. stuccatura e di rafforzamento di cui ha urgente bisogno il pavimento a mosaico. Mosaico della Cattedrale di Otranto: La Torre di Babele Il Mosaico Il Mosaico Il mosaico della Cattedrale di Otranto rappresenta un labirinto teologico di difficile interpretazione dal punto di vista simbolico. Insomma, tra rappresentazioni religiose ed allegoriche, questo mosaico è davvero una mirabile summa dei saperi Medioevali, con riferimenti culturali ma anche omaggi ed incursioni nel mondo delle altre religioni, segno della multiculturalità e dell’apertura mentale di una città storicamente propensa, in virtù della sua posizione geografica, a vivere il contatto ed a subire l’influenza di molte altre culture poste anche ben al di là del mare. Scopriamo assieme perché è così speciale ed interessante. Quanto alla datazione, il mosaico ha preso vita tra il 1163 ed il 1165, in pieno Medioevo. Nell'area della Dannazione si trovano: un angelo che, tenendo la bilancia, sembra giudicare i peccati dei dannati (la Psicostasia è molto frequente negli affreschi dell'epoca); sotto di lui, un diavolo che con un tridente è intento ad alimentare la fiamma che riscalda una fornace nella quale viene gettato un dannato; rivolgendo lo sguardo verso le figure soprastanti, si trovano due mostri, uno più grande e uno più piccolo, che inghiottono uomini; tre uomini allineati (che, per le cappe bianche che li accomunano, potrebbero essere Eresiarchi) e avvinghiati da serpenti; una donna ignuda, avvinghiata anche lei da serpenti e additata da un altro dannato gettato fra le fiamme; a fianco, una figura umana gigantesca (forse un altro diavolo oppure Caronte); al di sopra di tutti Satana che accoglie un dannato.