La colonna davanti alla chiesa di Santa Felicita, ricorda il principale episodio: uno scontro tra le due fazioni che nel 1244 ebbe come protagonista l'inquisitore domenicano Pietro da Verona, inviato a Firenze dal papa per sconfiggere l'eresia, che con la sua foga oratoria, aveva infiammato gli animi di molti fiorentini organizzando una milizia chiamata "Società di Santa Maria", che debellò con la violenza il proselitismo dei catari[6]. Le arti divennero importanti organi di pressione politica, fino a costituire corporazioni autonome. Questi costituivano per eccellenza la classe dei "borghesi", vale a dire di coloro che, non essendo nobili, traevano la propria prosperità dall'esercizio di arti o mestieri, avendo nella città il loro ambiente naturale. In Italia la massiccia presenza della nobiltà fu poi motivo di continui e aspri conflitti tra le famiglie rivali. Nel settembre 2013 la città è stata sede del Mondiale di Ciclismo su strada. L'economia era trainata dalle imprese bancarie (degli Spini, dei Frescobaldi, dei Bardi, dei Peruzzi, dei Mozzi, degli Acciaiuoli e dei Bonaccorsi), che prestavano denaro ad alto tasso (e ad alto rischio) ai papi di Avignone ed ai sovrani di tutta Europa (soprattutto ai re di Francia e di Inghilterra), e dalle industrie manifatturiere, soprattutto laniere: è stato calcolato che a Firenze si raffinassero e si producessero direttamente tra il 7% e il 10% di tutti i panni di lana prodotti in Occidente[9], con una grande richiesta di tinture pregiate, di allume (fissante per i colori) e di manodopera, la quale era impiegata nelle circa trenta fasi della lavorazione dei fiocchi di lana fino alla pregiata stoffa. Infine, le cariche pubbliche venivano assegnate in parti eguali fra i quartieri. L'ammorbidimento del '95 permise ad alcuni magnati di rientrare nel governo cittadino, mentre il fautore della riforma, Giano, veniva esiliato per sospetti di volersi fare signore di Firenze: uno scotto che dovette pagare nonostante l'appoggio incondizionato di gran parte del Popolo come testimoniato da Dino Compagni. Ma il monumento più riconoscibile è quello dell'anfiteatro che, sebbene invaso da case medievali dalle quali spuntano residui della primigenia costruzione in laterizio (compreso forse qualche arco di accesso), mantiene sempre la sua forma ellittica; non a caso la strada che lo circonda è stata battezzata Via Tòrta (cioè storta). Dal 1343 l'accesso agli organi governativi venne ridefinito con il sistema delle "imborsazioni", cioè l'estrazione a sorte dei nomi dei candidati inseriti entro "borse". La salita alla ribalta di Manfredi di Svevia dopo la sconfitta di Ezzelino da Romano (1259), la rivalità di Siena (rivale in campo economico), di Pisa e l'ostilità dei ghibellini esuli furono le forze che si coalizzarono in una guerra contro Firenze che ebbe il suo momento decisivo il 4 settembre 1260 con la Battaglia di Montaperti: sconfitti disastrosamente i guelfi, i ghibellini ripresero la città, dando il via a una serie di ritorsioni che consisterono nell'esilio, la confisca dei beni e la distruzione delle case per i guelfi. Questi, in un primo momento, essendo privi di autorità, esercitavano il proprio ufficio in rappresentanza del vescovo: "Le città avevano continuato ad essere sedi di autorità ecclesiastiche e civili e, in qualche misura, centri politico-amministrativi e giudiziari. Ma l'alleanza tra Papato e impero era solo provvisoria, dato che i motivi storici di contesa tra le due massime istituzioni dell'Europa medievale restavano comunque fortissimi. Giampaolo Francesconi, Pistoia e Firenze in età comunale. Quando poi si dovette dedicare la cattedrale, la scelta cadde su Maria e come appellativo di distinzione venne scelto proprio del Fiore, cioè di Firenze stessa. Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, opere, concerti, danza, firenze Maggio Musicale Fiorentino L’ETA’ COMUNALE IN ITALIA 2. L'Arno invase gran parte del territorio cittadino, provocando 34 vittime e danni incalcolabili. La gestione di questi poteri venne assegnata dall’assemblea a un gruppo di magistrati chiamati consoli. Fu accolto con trionfo e gli Albizi furono condannati all’esilio. Dopo la morte di Paolo Sforza, Lorenzo cercò di rafforzare le cordiali relazioni della città con Milano accogliendo nel ’71 il duca Galeazzo Maria con sontuose feste. Dal contado inoltre proveniva un flusso sempre maggiore di genti, spesso immigrati di qualità provvisti di capitali e forte spirito d'iniziativa che in breve tempo avrebbero moltiplicato la popolazione e l'economia cittadina. L'intransigenza degli Otto (la cui mancata deposizione era ormai l'unico motivo di attrito col pontefice) venne mediata dall'intervento di Bernabò Visconti, che convocò una conferenza di trattative a Sarzana (12 marzo 1378) interrotta pochi giorni dopo (il 27) per la morte di Gregorio XI. Questi si mise a lavorare febbrilmente alla creazione di quello che sarebbe diventato il più importante documento politico della storia di Firenze: gli Ordinamenti di Giustizia. In questo documento si stabilì: la creazione di una classe di magnati, comprendente una quarantina di famiglie nobili dell'epoca (furono aumentate a circa 70 in una rubrica dell'aprile dello stesso anno) e la loro completa esclusione dalle cariche politiche, compreso il consolato delle arti; la suddivisione delle arti ( 7 arti maggiori e 14 minori) e l'obbligo, per chi avesse intenzione di ricoprire una carica politica, di essere iscritto ad una di esse; la creazione di una federazione delle arti; la creazione del Gonfaloniere di Giustizia eletto dai consoli delle arti con il compito di guidare una guardia civica di 1000 uomini. Essi, per mettere in comunicazione i territori da essi assoggettati dovettero usare strade lontane dalla Cassia e dalle strade romane, ancora controllate dai bizantini, per cui crebbe di importanza il passaggio della Cisa e la strada che si snodava per Lucca, Altopascio, Fucecchio e la Valdelsa fino a dirigersi verso Roma. Si rafforzava così ulteriormente la voce delle organizzazioni professionali, non senza l'appoggio di alcune famiglie guelfe, degli imprenditori e dei banchieri. L'imperatore concedeva alcuni diritti in ambito amministrativo, politico e giudiziario, regalie comprese; rinunciava inoltre alla nomina dei podestà, riconoscendo i consoli nominati dai cittadini, i quali, tuttavia, dovevano fare giuramento di fedeltà all'imperatore e ricevere da lui l'investitura. 1991. by Teatro Comunale di Firenze. [2][3], Il governo del Comune era basato su un Consiglio generale cittadino che eleggeva dei magistrati, detti consoli, incaricati della reggenza. 9-21. ITALIA SETTENTRIONALE 4. Attività: Laboratorio di ceramica dal lunedì al venerdì mattina e pomeriggio; Laboratorio artistico (corsi vari) ... 50122, Firenze P.IVA 01307110484 Posta Elettronica Certificata. L'azione venne interpretata come un tentativo di indebolire Firenze prima di provare a conquistarla, aggravata dall'ingresso delle truppe di Giovanni Acuto nel territorio fiorentino (sebbene il legato si affrettasse a smentire che il condottiero inglese fosse ancora al soldo della Chiesa). Delle città sarde che si diedero statuti propri (in parte confermati dai successivi dominatori aragonesi), appaiono rilevanti per l'importanza storica, istituzionale ed economica Sassari, Villa di Chiesa, e Castel di Castro. il progressivo complicarsi del sistema delle relazioni sociali e commerciali frutto della ripresa economica e demografica, che comporta la necessità di una nuova normazione e di un controllo più efficace del territorio. Periodo di splendore per Firenze fu quello di Lorenzo de Medici il quale comprese che l’Italia poteva rimanere in pace solo grazie a un’intima intesa tra Firenze, Milano e Napoli, così che l’espansionismo della Chiesa e i maneggi di Venezia fossero neutralizzati. Tradizionalmente gli storici due-trecenteschi, come Giovanni Villani, attribuirono l'evangelizzazione ai discepoli di san Pietro apostolo, quali gli oscuri san Frontino e san Paolino. Nacquero anche le prime compagnie commerciali e le prime assicurazioni. I fiorentini si impegnarono a pagare, in cambio della cancellazione dell'interdizione, la somma di 250.000 fiorini che vennero poi pagati solo in parte. Tale carica, contrariamente a quella di console, poteva essere ricoperta da una persona non appartenente alla città che andava a governare (per questo era detto anche podestà forestiero), in modo da evitare coinvolgimenti personali nelle controversie cittadine e garantire l'imparzialità nell'applicazione delle leggi. Il periodo di disordini, che coinvolse anche Carlo di Valois, ingombrante ospite cittadino inviato da Papa Bonifacio VIII, si concluse con la cacciata dei bianchi (tra cui Dante Alighieri in consorteria con i Gherardini di Montagliari). [11], La legislazione antimagnatizia, a causa della difficoltà a individuare gli effettivi "magnati", si rivelò inadeguata: la storiografia contemporanea non è riuscita a comprendere completamente se coloro che furono esclusi dalla vita politica furono vittime di una lotta di potere tra famiglie per la conquista del Comune o se effettivamente, almeno in parte, si trattò di una presa di coscienza dei ceti fino a quel momento esclusi, come il "popolo" e i "mercanti" ovvero la nuova "borghesia". I requisiti per accedere alla carica erano la dignità cavalleresca, l'abilità militare e la conoscenza giuridica, che di fatto restringevano la scelta ai soli rampolli di famiglie aristocratiche. Il Barbarossa non tradì le aspettative pontificie: giunto a Roma, catturò Arnaldo da Brescia, che fu mandato al rogo come eretico, e ristabilì l'autorità del papa. Sempre nei primi anni del Quattrocento, Firenze estese il proprio dominio anche a nord dell'Appennino, giungendo ad acquistare Castrocaro, a pochi chilometri da Forlì, allora governata dagli Ordelaffi (1403)[14]. Si stima che a quell'epoca, grazie alla crescente ricchezza e al continuo flusso di genti dal contado (sia popolani, sia ricchi proprietari terrieri), la popolazione contasse circa 25.000 unità. Alcuni storici ancora si dibattono circa l'esistenza di un insediamento protoromano, arrivando anche a sostenere la possibilità che fosse esistito un municipium che sarebbe stato distrutto da Silla. Intorno al vescovo, alla sua autorità, ai suoi organi di governo, nell'esercizio di quelle funzioni, si erano sviluppati inoltre ceti urbani diversi, definiti talora dalle fonti boni homines, che acquistarono influenza esercitando il governo insieme e per conto del vescovo"[5]. 1K likes. La chiesa dai leggeri archi a tutto sesto, dai capitelli corinzi e dalla bella facciata in marmo bianco e verde, segnò, con l'annesso monastero, un apice del romanico in Toscana, con i primi accenni a un "proto-rinascimento" che incoraggiava il recupero di moduli classici, alla base dei futuri sviluppi dell'arte fiorentina. Ciò significava anche la diminuzione dei compiti militari e invece l'espansione di altre attività, dal mutuo soccorso, all'ordine pubblico, alla prevenzione degli incendi, all'organizzazione delle feste. In quel periodo fu anche rafforzata la cerchia muraria e venne costruito un avamposto sul fiume, il Castello d'Altafronte. La resistenza delle famiglie feudali fu evidentemente ostinata, in modo particolare si distinsero gli Alberti (a nord e ovest), i Conti Guidi, (il rapporto con i Conti Guidi cambiò quando Guido Guerra sposò la fiorentina "buona Gualdrada" la figlia di Bellincione Uberti dei Ravignani per cui si stabili una tregua tra Comune e conti), i Firidolfi, gli Ubaldini ed i Pazzi della Valdarno, i Gherardini nella Val di Greve (dal loro castello principale di Montagliari) e Val d'Elsa. Il Comune medievale, quindi, non va inteso come una struttura politica unitaria (com'erano le città-Stato antiche), ma piuttosto come un conglomerato di poteri minori (nobiltà, clero, membri delle arti, ecc. In teoria, peraltro, le città non potevano essere del tutto autonome, poiché erano soggette a organismi più vasti: o appartenevano ai grandi feudatari o erano sotto il diretto controllo del re o dell'imperatore. Da questo momento in poi, anche Firenze stessa fu divisa in due: da una parte i Medici, dall’altra i Pazzi. Il 16 maggio 1527 i fiorentini estromisero nuovamente i Medici - riportati al potere dagli spagnoli nel 1512 - e ristabilirono una repubblica. Dal 1° febbraio 2021 nel territorio comunale previsto l'uso anche per i maggiorenni come misura di sicurezza stradale. Nessuno, peraltro, in Italia pensava di mettere in dubbio l'autorità suprema dell'imperatore. Fu permesso l’accesso ad essa anche al papa e al re di Napoli, ma entrambi rifiutarono accentuando la divisione dell’Italia in due campi avversi. Nel 2019 è stata inaugurata la seconda linea. Il potere esecutivo e quello di iniziativa legislativa spettavano al capitano del Popolo e al Consiglio degli Anziani, ma le leggi dovevano essere ratificate prima dai due consigli podestarili. Non sono rimasti monumenti visibili del periodo romano poiché Firenze ebbe un rapido sviluppo durante il periodo successivo e la Firenze medievale costruì e allargò quella romana e vi si sovrappose. Dagli scavi del 1971–72 è stato chiarito che il tratto nord delle mura (quello verso il Duomo e San Lorenzo) era stato già abbattuto tra il II e il III secolo, per cui dovettero esistere nuove e più ampie fortificazioni che furono realizzate nella seconda metà del IV secolo quando i barbari cominciarono a fare davvero paura, per cui i nuovi edifici di culto non dovevano essere completamente esposti ai pericoli esterni.