Secondo alcuni studiosi non sarebbe da escludere l'attribuzione allo stesso Ligorio dell'attico che corre alla sommità della basilica, che forse era stato pensato da Michelangelo solo come una semplice superficie liscia. Nella basilica, oltre a questo strumento, ce ne sono altri tre: .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}La Basilica possiede un concerto di sei campane fuse in epoche e fonditori differenti incastellate con sistema a slancio veloce su un castello ligneo risalente alla fine del XVIII secolo. Le altre sale conservano numerosi modelli dei progetti allestiti per la basilica: si ricordano il celebre modello ligneo per il completamento del tempio vaticano costruito dal Sangallo in scala 1:30, quello della cupola di Michelangelo, quello della sagrestia progettata da Filippo Juvarra[54] e quello in scala 1:10 dell'imponente organo, mai realizzato, ideato da Aristide Cavaillé-Coll. Erano utilizzati come ambiente di lavoro dal Vanvitelli e i suoi collaboratori, chiamati a decidere sul restauro della cupola di Michelangelo. LaBasilica di San Pietro in Vaticano sorge nel luogo dove, secondo la tradizione, fu sepolto l’apostolo Pietro nel 64 d.C., nel sito degli Horti di Agrippina, del Circo di Nerone e dell’obelisco, quest’ultimo trasportato a Roma da Augusto nel 30 a.C. quando conquistò l’Egitto. Il 18 novembre 333 veniva inaugurata l'antica Basilica di San Pietro in Vaticano, che secoli dopo sarebbe stata demolita per far spazio alla chiesa attuale, di proporzioni ben più monumentali. Procedendo oltre, si trovano i monumenti a Innocenzo XII (di Filippo della Valle, 1746, n. 15) e a Matilde di Canossa (di Gian Lorenzo Bernini, 1633-37, n. 16), che precedono l'ingresso alla Cappella del Santissimo Sacramento (n. 17), schermata da una cancellata ideata da Francesco Borromini. Il transetto meridionale, analogo al precedente, è caratterizzato da altrettanti altari, intitolati a san Giuseppe (al centro, n. 51), alla crocefissione di Pietro (n. 52) e a san Tommaso (n. 50). Uno di essi, noto come rotonda di Santa Petronilla[13], era il mausoleo imperiale onoriano a pianta circolare, in cui furono sepolti l'imperatore romano Onorio con le mogli Maria e Termanzia, entrambe figlie del generale Stilicone; oltre a, probabilmente, sua sorella Galla Placidia col figlio primogenito Teodosio. Consultato Leon Battista Alberti, il progetto fu affidato a Rossellino ma i lavori, localizzati alla parte absidale, rimasero a lungo interrotti. Privati delle volte ed interrati per realizzare la platea sancti Petri alcuni mausolei hanno conservato pavimenti, iscrizioni, pitture, stucchi e mosaici con raffigurazioni a volte di tema cristiano come il mausoleo dei Giulii, con Giona e la balena, il Buon Pastore, e Cristo sul carro del Sole, come Apollo. Scavi archeologici hanno indagato la necropoli sorta fuori dal circo di Nerone, ai piedi del colle Vaticano, fatta interrare da Costantino sotto la basilica. In mezzo a queste due scritte sono presenti alcune lastre che commemorano le recenti aperture. [18] Tuttavia, dopo la morte di Michelangelo, furono stampate diverse incisioni nel tentativo di restituire una visione complessiva del disegno concepito dall'artista toscano, tra cui quelle di Stefano Dupérac, che subito si imposero come le più diffuse e accettate.[19]. [36] Accanto allo stesso obelisco era stato crocifisso a testa in giù Pietro, mentre adesso il monumento si trova al centro dell’omonima piazza, trasportato nel 1586 per vo… La struttura del coro è analoga a quella del transetto ed è dominata, al centro della parete che chiude la basilica, la Cattedra di San Pietro (n. 39), un monumentale reliquiario opera di Gian Lorenzo Bernini e contenente la cattedra dell'epoca paleocristiana, sorretta dalle statue dei quattro Padri della Chiesa e illuminata dalla sfolgorante apparizione della colomba. L'opera, realizzata a partire dal 1608,[26] mutò radicalmente il progetto di Michelangelo e attenuò l'impatto della cupola sulla piazza antistante. Nel portico si trovavano poi delle Storie di san Pietro della seconda metà del Duecento, forse disegnate da Cimabue o da Pietro Cavallini e oggi note solo da copie seicentesche. L'altro era un mausoleo databile all'epoca di Caracalla e poi utilizzato come Cappella di Sant'Andrea (nota anche come chiesa di Santa Maria della Febbre)[5]. Nel progetto erano comprese due grandi cappelle, che fungevano da raccordo tra l'ambulacro cinquecentesco e il corpo longitudinale. Visualizza altre idee su chiesa, vaticano, mosaico bizantino. Citazioni sulla basilica di San Pietro in Vaticano. M.G. Questo provvedimento è stato attuato per fugare ogni dubbio sul colore della fumata che precede l'Habemus Papam. Per costruire l'imponente basilica (119x63 m, 37 di altezza), l'imperatore Costantino, forte anche della propria carica di "Pontefice Massimo" e coadiuvato probabilmente da papa Silvestro, fece spianare quasi tutti i mausolei della necropoli demolendo le volte che fuoriuscivano dalla quota prevista, interrò con materiale di riporto le camere funerarie e livellò l'intera zona creando una spianata detta platea Sancti Petri dove venne fondato l'edificio (con presumibili difficoltà tecniche, visto l'apporto di terreno di riporto tratto dal colle sui lati Nord ed Ovest della basilica). Nel clima della Controriforma la pianta fu così ricondotta a una croce latina; come è stato osservato, si trattava di una tipologia capace di ospitare un maggior numero di fedeli, che trasformava la chiesa in uno "strumento di culto di massa". La bibliografia riguardante la Basilica di San Pietro in Vaticano, è molto ampia. La navata si apre con la Cappella del Battesimo (n. 71), progettata da Carlo Fontana e decorata con mosaici del Baciccio completati poi da Francesco Trevisani; il mosaico che troneggia dietro l'altare fu composto a imitazione di un dipinto di Carlo Maratta, ora collocato nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. Nei lavori in cantiere, infatti, venne mantenuto quanto costruito dal Rossellino per il coro absidale, anzi proseguendo i lavori della muratura perimetrale con lesene doriche, in contrasto con il progetto del "piano pergamena" a cui quindi nel 1506 Bramante e Giulio II avevano in qualche modo rinunciato. Questa configurazione forse influì in qualche modo sul successivo progetto di Bramante per un rinnovamento totale dell'edificio, che infatti inizialmente conservò quanto già costruito. Le acquasantiere, alte quasi due metri, furono realizzate tra il 1722 e il 1725 su disegno di Agostino Cornacchini. vd. Fu solo sotto papa Paolo III, intorno al 1538, che i lavori furono ripresi da Antonio da Sangallo il Giovane, il quale, intuendo che non avrebbe potuto vedere la fine dei lavori per limiti di età, approntò un grandioso e costoso modello ligneo (oggi conservato nelle cosiddette sale ottagone che si aprono tra le volte e il sottotetto della basilica) sul quale lavorò dal 1539 al 1546, avvalendosi dell'aiuto di Antonio Labacco, per illustrare nei minimi dettagli il suo disegno. La costruzione della nuova basilica avrebbe inoltre rappresentato la più grandiosa applicazione degli studi teorici intrapresi da Francesco di Giorgio Martini, Filarete e soprattutto Leonardo da Vinci per chiese a pianta centrale, le cui elaborazioni sono chiaramente ispirate alla tribuna ottagonale della cattedrale di Firenze. [10] Altri riferimenti vengono dall'architettura rinascimentale fiorentina, e in particolare con Giuliano da Sangallo che aveva utilizzato la pianta a croce greca e aveva già proposto un progetto a pianta centrale per la basilica di San Pietro.[11]. Invece, oltrepassato il transetto meridionale, si osserva il monumento a papa Alessandro VII, notevole opera di Gian Lorenzo Bernini (n. 47), in cui il papa è mostrato assorto in preghiera, con la morte, raffigurata da uno scheletro che sorregge una clessidra, che precede una porta, il simbolico passaggio verso all'aldilà. Lo spazio antistante alla basilica fu suddiviso in due parti: la prima, a forma di trapezio rovescio con il lato maggiore lungo la facciata, la quale, grazie al particolare effetto prospettico, assumeva dimensioni meno imponenti; la seconda di forma ovale con l'imponente colonnato architravato sormontato da sculture. Nelle sedici formelle che la costituiscono si può vedere lo stesso Pio XII e la bolla di Bonifacio VIII che indisse il primo Giubileo nel 1300. La basilica di San Pietro in Vaticano (nome esatto completo Papale Arcibasilica Patriarcale Maggiore Arcipretale di S. Pietro in Vaticano) è una basilica cattolica della Città del Vaticano, cui fa da coronamento la monumentale Piazza San Pietro. Sul transetto si apriva l'abside e in fondo ai bracci si trovavano due nicchie rettangolari che sporgevano esternamente oltre il profilo delle navate. Il papato, che in origine aveva residenza presso la Basilica Laterana, si trasferì al Vaticano solo dopo il periodo della cosiddetta cattività avignonese (dal 1377). L'adiacente cappella, analoga alla Gregoriana, è detta Clementina (n. 58), e qui riposano i resti di Gregorio Magno (n. 56) e Pio VII (n. 57, di Bertel Thorvaldsen, 1831, unico artista non cattolico ad aver lavorato per la basilica). I lavori furono affidati a Donato Bramante, da qualche anno giunto a Roma da Milano, che superò il confronto con l'architetto di fiducia del pontefice, Giuliano da Sangallo, affermandosi come il più importante architetto dell'epoca, tanto che a lui fu commissionato anche il disegno del vicino Cortile del Belvedere. Suonata Festiva per le Lodi e il Vespro: distesa del 5 e poi suonata a doppio su 2 e 4 poi sul campanone, 2 e 4. [15] Fu decorato a spese di una famiglia di aristocratici, Anastasia e suo marito[16] ancora un'Anastasia e suo marito Avito Mariniano finanziarono la decorazione del battistero sotto indicazione di papa Leone I (440–461)[17]; infine, il figlio di Anastasia, Rufio Vivenzio Gallo, finanziò alcuni lavori di restauro della struttura.[18]. Qui è situata la tomba di Gregorio XVI (Luigi Amici, 1848-57, n. 22). Infatti il sito, da tradizione antichissima[4], è riconosciuto come luogo della sepoltura dell'apostolo Pietro, il quale dovrebbe aver subito il martirio proprio nei vicini Horti neroniani[5]. Lungo le navate, presso i 45 altari e nelle 11 cappelle che si aprono all'interno della basilica, sono ospitati diversi capolavori di inestimabile valore storico e artistico, come diverse opere di Gian Lorenzo Bernini e altre provenienti dalla chiesa paleocristiana, come la statua bronzea di san Pietro (n. 89), attribuita ad Arnolfo di Cambio. Nella tradizione popolare romana nacque subito la forma verbale "auffo" o "auffa", tuttora utilizzata a Roma, per indicare qualcuno che vuole ottenere servigi o beni in modo gratuito. Il revival dell'architettura, che caratterizzò il periodo compreso tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, portarono alla costruzione di un gran numero di chiese ispirate, in maniera più o meno consistente, alla basilica petrina, tra cui la chiesa di Santa Maria degli Angeli a Chicago (dal 1899), la basilica di San Giosafat a Milwaukee (1901), la chiesa del Cuore Immacolato di Maria a Pittsburgh (1904), la basilica di Oudenbosch (1865-1892), e la Cattedrale di Maria Regina del Mondo di Montréal (1875-1894), che replica molti aspetti di San Pietro su una scala più piccola. Lo spazio sottostante la cupola è segnato dal monumentale Baldacchino di San Pietro (n. 82), ideato dal genio di Gian Lorenzo Bernini e innalzato tra il 1624 e il 1633. La sistemazione della piazza fu realizzata da Gian Lorenzo Bernini, sotto Alessandro VII, tra il 1657 ed il 1667. In corrispondenza della navata centrale si apriva sul transetto l'arcone ("arco di trionfo") tipico della basiliche paleocristiane, sia cristiane che civili (come nella basilica Palatina di Costantino a Treviri). Si ritiene che da San Pietro, oltre che dalla cupola di Santa Maria della Salute a Venezia, derivino anche le cupole a calotte separate che trovano nella cattedrale di St. Paul a Londra (1675) e nel Pantheon di Parigi (di Jacques-Germain Soufflot) due dei massimi esempi,[66] e anche se costruita in modo tecnicamente diverso, la cupola di Les Invalides a Parigi (1680-1691). [46] Sotto l'icona, la preziosa cassetta contiene i pallii (ossia stole di lana con ricami di croci) che il papa conferisce ai neoeletti vescovi metropoliti per segnare il loro legame con lo stesso apostolo. : Distinto con la lettera d nella stampa del XVI secolo di Tiberio Alfarano, Antica basilica di San Pietro in Vaticano, Antica Basilica di San Pietro in Vaticano, antica basilica di San Pietro in Vaticano, San Pietro in Vaticano (basilica di Costantino), https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Antica_basilica_di_San_Pietro_in_Vaticano&oldid=116022906, Siti archeologici della Città del Vaticano, Errori di compilazione del template Band dip, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Particolarmente ricercato è il disegno del pavimento marmoreo, in cui sono presenti elementi provenienti dalla precedente basilica, come il disco in porfido rosso egiziano sul quale si inginocchiò Carlo Magno il giorno della sua incoronazione (la cosiddetta Rota Porphyretica). Essa è chiusa da una cupola incastonata all'interno della cortina muraria della basilica, ma all'esterno è sormontata da una delle due cupole ornamentali che circondano quella maggiore. Lo stesso Giotto aveva eseguito nel 1320 circa la pala dell'altare principale, il Polittico Stefaneschi ora nei Musei Vaticani ed alcuni affreschi, perduti, nella tribuna.[20]. La decorazione interna fu realizzata secondo la tecnica del mosaico, come la maggior parte delle raffigurazioni presenti in basilica: eseguita dai citati Cavalier d'Arpino e Giovanni De Vecchi per volontà di papa Clemente VIII, presenta scene col Cristo, gli apostoli e busti di papi e santi. Ottocento uomini lavorarono al completamento della cupola che, nel 1593, fu chiusa con la svettante lanterna dotata di colonne binate. Varcato il cancello centrale, si accede a un portico che si estende per tutta la larghezza della facciata e sul quale si aprono i cinque accessi alla basilica. Dopo un periodo di abbandono dovuto alla cosiddetta cattività avignonese, alla fine del XIV secolo la basilica, insieme al complesso vaticano divenuto la residenza dei papi, fu al centro dell'interesse papale e si arricchì di molte opere d'arte. Dopo la morte di Raffaello, dal 1520 subentrò come primo architetto Antonio da Sangallo il Giovane con Baldassarre Peruzzi. Il cantiere fu riaperto da Giulio II che probabilmente intendeva proseguire i lavori intrapresi da Niccolò V. Tuttavia nel 1505, forse dietro consiglio di Michelangelo, al probabile fine di dare un grandioso contorno al mastodontico mausoleo che aveva concepito per la propria sepoltura, e comunque all'interno di un clima culturale pienamente rinascimentale che aveva coinvolto la Chiesa, Giulio II decise la costruzione di una nuova colossale basilica. Le forme della basilica di San Pietro, e in particolare quella della sua cupola, hanno fortemente influenzato l'architettura delle chiese cristiane occidentali. Lungo i quattro immensi pilastri che circondano l'invaso della cupola si trovano le sculture ordinate da Urbano VIII: sono San Longino (n. 88) di Gian Lorenzo Bernini (1639), Sant'Elena (n. 84) realizzata da Andrea Bolgi nel 1646, Santa Veronica (n. 80) di Francesco Mochi (1632), e infine Sant'Andrea (n. 76) di François Duquesnoy (1640). Al centro, all'ombra del Baldacchino, avvolto dall'immenso spazio della cupola, sorge l'Altare papale, detto di Clemente VIII (che lo consacrò nel 1594), collocato sulla verticale esatta del Sepolcro di San Pietro. A seguito della campagna di scavi, nel 1953 furono rinvenute alcune ossa avvolte in un prezioso panno di porpora; esse provenivano con attendibilità da un loculo della stessa necropoli in cui si riconosceva una scritta incompleta in greco con il nome di Pietro. Il transetto settentrionale, verso i Palazzi Vaticani, fu costruito su progetto di Michelangelo Buonarroti, che eliminò il deambulatorio previsto dai suoi predecessori, murando gli accessi al corridoio esterno, non realizzato, e ricavandovi alcune nicchie sormontate da ampi finestroni rettangolari. Nei giorni festivi seguito da una suonata a doppio veloce sul campanone, 2 e 4. I riquadri sono incorniciati da girali animati con profili di imperatori e nell'intercapedine fra questi vi sono fregi con episodi del pontificato di Eugenio IV. Le navate erano divise da quattro colonnati di ventidue colonne ciascuno, coperti da architravi nella navata centrale e da archi in quelle laterali. La Basilica di San Pietro, in grado di accogliere 20.000 fedeli, è lunga circa 190 metri, la larghezza delle tre navate è di 58 metri, la navata centrale è alta sino al culmine della volta 45,50 metri, la cupola raggiunge i 136 metri circa I lavori ebbero inizio presumibilmente tra il 319 e il 326 e si conclusero sostanzialmente entro il 333. Con oltre 133 metri di altezza, 41,50 metri di diametro interno (di poco inferiore però a quello del Pantheon di Roma), 58,90 di diametro massimo esterno e 551 scalini dalla base dell'opera fino alla lanterna, la cupola è l'emblema della stessa basilica e uno dei simboli dell'intera città di Roma.[44]. Questa configurazione si deve sostanzialmente a Michelangelo Buonarroti e fu mantenuta anche nel corpo longitudinale aggiunto da Carlo Maderno. [17], Dopo Sangallo, deceduto nel 1546, alla direzione dei lavori subentrò Michelangelo Buonarroti, all'epoca ormai settantenne. Dal lato interno vi è l'insolita firma dell'artista. [41] È strutturata in quattro riquadri; nel principale vi è la raffigurazione della deposizione di Cristo e della assunzione al cielo di Maria. La Basilica di San Pietro è un pullulare di opere d’arte, è vero. La forte polemica per il gigantismo del progetto, per la distruzione delle più antiche testimonianze della chiesa e per lo scandalo delle indulgenze che fin dal 1507 Giulio II aveva accordato a coloro che avessero offerto elemosine per la costruzione della basilica, continuò anche dopo la morte del papa ed ebbe un ruolo nella nascita della Riforma protestante di Lutero, che vide i lavori in corso nel suo viaggio a Roma alla fine del 1510. D'Amelio, Il riconoscimento e gli studi critici successivi sono dovuti alla professoressa, La necropoli e la tomba di San Pietro si possono visitare, prenotando una visita guidata presso l'Ufficio Scavi, che si raggiunge attraverso l'Arco delle Campane. Erano organizzati su tre ordini: in alto Cristo tra san Pietro, la Vergine ed i simboli del tetramorfo; in mezzo quattro figure disposte tra i finestroni ed identificati con gli evangelisti o santi; in basso, sotto un'iscrizione, altre figure identificate negli Anziani dell'Apocalisse; sui frontoni triangolari delle navate laterali immagini di Gerusalemme e Betlemme[11]. Nello stesso tempo si procedette alla realizzazione delle volte delle cappelle laterali e nel 1616 fu conclusa la Confessione. Mostra di più » Basilica Palatina di Costantino Veduta della facciata accanto al Palazzo del Principe Elettore La basilica palatina di Costantino (in tedesco Konstantinbasilika), anche conosciuta col nome di Aula palatina è una basilica palatina romana che si trova ad Augusta Treverorum (oggi Treviri in Germania). Poggia su un alto tamburo (costruito sotto la direzione di Michelangelo), definito all'esterno da una teoria di colonne binate e aperto da sedici finestroni rettangolari, separati da altrettanti costoloni. L'illuminazione interna era garantita dalle finestre che numerose si aprivano nella parte che si elevava della navata maggiore (in rapporto 3:1), il cleristorio. La basilica, al pari delle altre grandi chiese romane, fu partecipe delle opere di ripristino e rinnovamento promossi da Martino V, Eugenio IV e da Niccolò V per riparare al disastroso abbandono in cui versava tutta la città. Nello spazio delimitato dal pilastro della navata si trovano quindi il monumento a Pio X (1923, n. 65) e la tomba di Innocenzo VIII (n. 64), eseguita da Antonio Pollaiolo (XV secolo). La più antica fu quella di San Giovanni in Laterano ma un posto di rilievo spettò alla basilica di San Pietro, costruita sulla sepoltura dell'apostolo Pietro, segnata da una "memoria", cioè da una piccola edicola posta in una piazzola nella vasta necropoli vaticana, rimasta in uso dal II al IV secolo e posta ai margini del circo di Nerone, ai piedi del colle Vaticano. Come detto, la cupola fu costruita in soli due anni da Giacomo Della Porta, seguendo i disegni di Michelangelo, il quale però forse aveva previsto una cupola perfettamente sferica, almeno secondo quanto attestato dalle incisioni di Stefano Dupérac pubblicate poco dopo la morte dell'artista. L'arciprete è il decano fra i presbiteri di una parrocchia, responsabile per la corretta esecuzione dei doveri ecclesiastici e per lo stile di vita dei curati a lui sottoposti. Durante il pontificato di Martino V ed Eugenio IV si cominciò a pensare a interventi di consolidamento. È realizzata in due battenti di bronzo e ogni battente è diviso in tre riquadri sovrapposti. Dall'alto verso il basso, si riconoscono in San Pietro quattro livelli: Le cosiddette Grotte Vaticane, ricavate nel dislivello tra la nuova e la vecchia basilica e attraversate dalle fondazioni di sostegno delle strutture superiori, hanno forma di una chiesa sotterranea a tre navate, e sono usate per luogo di sepoltura di molti pontefici. Il complesso vaticano, dopo il periodo di abbandono a seguito della cattività avignonese, ritornò ad essere centro di interesse papale. Le nicchie ospitano tre altari, dedicati a san Venceslao (n. 27), sant'Erasmo (n. 29) e, al centro, ai santi Processo e Martiniano (n. 28). Il primo corpo d'organo comprende i registri della seconda e terza tastiera, il secondo quelli della prima e della quarta. Il lato sud dell'ambulacro è caratterizzato da una riproduzione in mosaico della celebre Trasfigurazione di Raffaello Sanzio, collocata sul pilastro posto a chiusura della navata sinistra (n. 59). La trasmissione è elettrica. Alcuni stucchi arricchiscono tutta la volta sovrastante, ideati da Martino Ferrabosco ma realizzati da Ambrogio Buonvicino, a cui appartengono anche le trentadue statue di papi collocate ai lati delle lunette. [22] Nell'abside si trovavano affreschi con Storie di Cristo di alcuni suoi allievi, tra cui Stefano Fiorentino. Per la ricerca di libri per argomento o contenutistica tramite motore ricerca del Servizio Bibliotecario Nazionale, ai cataloghi stranieri, ai cataloghi storici e a quelli specialistici. Seguono l'altare del Sacro Cuore di Gesù (n. 48, con il suo mosaico risalente solo agli anni trenta del XX secolo) e quindi la Cappella della Vergine della Colonna (n. 44), ove si trovano l'omonimo altare e quello dedicato a san Leone Magno (n. 45), con una grandiosa pala d'altare marmorea di Alessandro Algardi (1645-53) Tuttavia non tutti i disegni di Bramante indicano una soluzione di pianta centrale perfetta, segno forse che la configurazione finale della chiesa era ancora questione aperta al momento di cominciare il cantiere. La basilica era a cinque navate (87x64 metri), con la centrale rialzata e più larga, e coperta da capriate. La porta più a destra è la Porta santa (n. 7) realizzata da Vico Consorti, fusa in bronzo dalla Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli nel 1950 e donata a papa Pio XII. Su disegno di Giotto era stato realizzato, per la facciata del quadriportico, un mosaico noto come La Navicella, che oggi è nell'atrio del nuovo San Pietro e di cui esiste una serie di disegni, tracciati a penna da Parri Spinelli, negli anni venti del Cinquecento. Il dibattito, non privo di polemiche e rivalità, che si svolse nel corso del 1505, si imperniava sull'idea di costruire un edificio a perfetta pianta centrale, condivisa dagli architetti e dagli intellettuali della Curia, tra cui il neoplatonico Egidio da Viterbo. Originariamente la sagrestia era situata presso la Rotonda di Sant'Andrea (o chiesa di Santa Maria della Febbre), un edificio a pianta centrale posto sul lato sud della basilica; esso era sorto come mausoleo funebre d'epoca imperiale e sopravvisse fino alla seconda metà del XVIII secolo. Nel prospetto fatto incidere da Matteo Greuter nel 1613, Maderno raffigurò quella che forse è la facciata definitiva del prolungamento, con le torri campanarie caratterizzate da due esili edicole, aperte da serliane timpanate e sormontate da un coronamento a lanterna. Sulla sommità sono disposte le statue, alte anche oltre 5,7 m, di Gesù, Giovanni Battista e di undici dei dodici apostoli (manca san Pietro). In corrispondenza dell'ultimo pilastro che precede l'ambulacro sono situati i monumenti a Leone XI (Alessandro Algardi, 1644, n. 61) e a papa Innocenzo XI (n. 60). Ancora sopravviveva una parte della navata della vecchia basilica costantiniana, ormai come un'appendice della nuova struttura, dalla quale fu separata nel 1538 da una parete divisoria ("muro farnesiano"), probabilmente per ripararla dal rumore e dalle polveri del cantiere. In quanto Cappella pontificia, posta in adiacenza del Palazzo Apostolico, la basilica di San Pietro è la sede delle principali manifestazioni del culto cattolico ed è perciò in solenne funzione in occasione delle celebrazioni papali, ad esempio per il Natale, la Pasqua, i riti della Settimana Santa, la proclamazione dei nuovi papi e le esequie di quelli defunti, l'apertura e la chiusura dei giubilei e le canonizzazioni dei nuovi Santi. Fu l’imperatore Costantino a far costruire l’antica basilica. [52] La superficie calpestabile è di 15 160 metri quadrati. Nella cappella del Santissimo Sacramento avveniva il rituale del "bacio del piede" della salma del papa defunto, vale a dire l'ostensione ai fedeli delle spoglie mortali dei pontefici defunti, prima delle esequie. Rudolf Wittkower, op. Sotto papa Niccolò V (1447-1455), la basilica costantiniana, sopravvissuta ai saccheggi e agli incendi subiti dalla città dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, fu interessata da un progetto di sostanziale trasformazione, affidato a Bernardo Rossellino, che prevedeva il mantenimento del corpo longitudinale a cinque navate coprendolo con volte a crociera sui pilastri che dovevano inglobare le vecchie colonne, mentre veniva rinnovata la parte absidale con l'ampliamento del transetto, l'aggiunta di un coro, che fosse la prosecuzione logica della navata e di un vano coperto a cupola all'incrocio tra transetto e coro. A destra rispetto alla precedente si trova la Porta dei Sacramenti (n. 6) realizzata da Venanzo Crocetti e inaugurata da papa Paolo VI il 12 settembre 1965. Il quadriportico aveva anche una funzione cimiteriale. Il frontone aveva solo un piccolo rosone, mentre la parte corrispondente alla navata centrale era decorata con mosaici che nella parte più alta erano leggermente incurvati verso il basso per una migliore visione. [30] Nella definizione dell'apparato ornamentale ebbero un ruolo fondamentale Gian Lorenzo Bernini e i suoi aiuti, che lavorarono all'ottagono sotto la cupola e al rivestimento dell'involucro maderniano. Sul pavimento della navata centrale, muovendo dall'ingresso verso l'abside, si vedono inserite nel marmo delle stelle dorate: esse indicano la lunghezza totale (misurata dall'abside di San Pietro) di parecchie grandi chiese sparse nel mondo. Tra le tante opere d'arte che nei secoli abbellirono la basilica, in parte andati perduti, in parte ancora conservate in Vaticano o riutilizzati nella nuova basilica o in altre chiese. Le due sale furono restaurate alla fine degli anni ottanta del Novecento, con la realizzazione di solai intermedi in ferro; questo permise di aumentare lo spazio a disposizione (da 135 a oltre 400 metri quadri), al fine di soddisfare le crescenti necessità della Fabbrica di San Pietro.[56]. Coordinate: 41°54′08″N 12°27′12″E / 41.902222°N 12.453333°E41.902222; 12.453333. In seguito il transetto diventerà elemento comune delle basiliche, ma nei primi secoli fu raro. L'antica basilica di San Pietro in Vaticano, nota anche come basilica di Costantino, era ubicata a Roma, nell'area attualmente occupata dalla nuova basilica vaticana. Malgrado ciò, le informazioni ricavabili spesso sono in contraddizione tra loro. È meglio donare un centesimo al proprio prossimo che costruire a san Pietro una chiesa tutta d'oro; la prima cosa infatti è comandata da Dio, la seconda no. Infatti anche in tale fase non mancò chi si opponeva a questa ulteriore demolizione e quindi al compimento del progetto di Michelangelo. Nei riquadri in alto sono rappresentati a sinistra Cristo in trono a destra Madonna in trono; nei riquadri centrali sono rappresentati san Pietro e san Paolo, il primo mentre consegna le chiavi a papa Eugenio IV, il secondo rappresentato con la spada e un vaso di fiori. La copertura era in capriate lignee. Qui si trova la nicchia dei pallii, splendente per il mosaico del Cristo Pantocratore. Il cantiere della nuova basilica, Maarten van Heemskerck, 1536 circa: si notano anche i resti della chiesa costantiniana, La basilica vaticana verso il 1580: si nota ancora l'antica facciata, mentre la nuova cupola è già in costruzione. L'abside era decorata da mosaici offerti da un figlio di Costantino (probabilmente Costanzo II) che rappresentavano Cristo tra san Pietro e san Paolo secondo un modello iconografico definito traditio legis, in sostituzione forse di un originario mosaico color d'oro senza immagini[10]. A sinistra la decapitazione di san Paolo, a destra la crocifissione capovolta di san Pietro. L'ambulacro, ovvero lo spazio che circonda i quattro pilastri che sorreggono la cupola, introduce verso il cuore della basilica così come l'aveva pensata Michelangelo Buonarroti.